Arte folgorante
“La sanità di mente non dipende dalle statistiche”.
L’anonimato di una frase del genere, ben evidente sul muro di una stradina di un remoto paesino qualunque, può assumere (se la si comprende a fondo) un importante significato.
Attraverso ogni giorno quella strada e tutte le volte che mi ritrovo a leggere quella scritta, non manca mai di spuntare un sorrisetto sulle mie labbra. Il motivo? L’idea che qualcuno a me ignoto abbia voluto evidenziare una questione così significativa, soprattutto in un periodo storico in cui gli eventi catastrofici e imprevedibili ci espongono continuamente ad uno stress psicologico senza precedenti.
Le vecchie generazioni mi perdonino!
Chiunque abbia audacemente e sapientemente “imbrattato” (per così dire: d’altronde la street art è in ogni caso arte) il muro con un graffito d’impatto così diretto probabilmente avrà sentito, in quell’esatto momento, la necessità di comunicare un proprio ideale, una personale e significativa interpretazione in merito all’argomento. E cioè che il benessere psichico molto spesso scinde dalla mera quantificazione in percentuale e va ben oltre la fredda, seppur spesso colorata (come se un po’ di colore in un diagramma rendesse più marcato il problema) rappresentazione grafica.
Infatti, la profondità di una tematica così delicata è difficile che venga compresa attraverso calcoli sistemici facilmente consultabili con un click e disponibili ovunque su internet: forse ciò che vuole comunicare il nostro sconosciuto “artista” è esattamente questo.
Guardiamoci intorno: il web (che sia benedetto! O forse no) ci propone una marea di informazioni, di dati sulla salute mentale talmente vasta che ci si potrebbe persino annegare (io stessa nel consultarli ho dimenticato di indossare un salvagente!).
Eppure, se con sensibilità ci approcciamo al tema possiamo renderci conto che sì, è vero che i numeri lasciano sgomenti, ma si tratta soltanto di cifre spesso non aggiornate ai tempi più recenti né così tanto inclusive. Siamo sinceri: molte stime non tengono conto di alcuni fattori determinanti e imprescindibili, quali l’età (tanto che alcune fasce vengono persino escluse, quasi fossero esentate dai problemi!), lo stile di vita, le aspettative sul futuro o l’ambiente circostante.
Attenzione però! Qui la mia intenzione non è certo quella di denigrare la ricerca e gli studi in merito all’argomento. Il mio intento, al contrario, è quello di portare alla luce una questione più urgente che riguarda la difficoltà sia di interfacciarsi con il tema della salute mentale, sia quella effettivamente di “fronteggiarla” in modo adeguato.
Ma procediamo con ordine.
Se non vedo, non credo!
Molto spesso per credere realmente che esista una problematica si ha bisogno di esaminare con i propri occhi le prove che essa mette a disposizione. Siamo (ahimè direi!) esseri troppo razionali: senza nulla in mano le cose del mondo ci appaiono fantasticherie e fallaci illusioni e una tematica complessa come la salute mentale rischia di diventare una di quelle.
Ciò di cui si ha più bisogno per evitare che ciò accada è credere in ciò che si vede e si legge (siamo tutti un po’ dei Tommasi del caso). E a tal proposito i numeri rappresentano una straordinaria àncora di salvezza: sebbene la sanità mentale non dipenda effettivamente dalle statistiche, a detta del nostro artista, le stime ci permettono di analizzare a tutto campo il fenomeno.
Tenendo conto degli ultimi studi in nostro possesso a livello globale (in questo caso si consideri il rapporto Unicef 2021 sulle condizioni dell’infanzia nel mondo) sappiamo che quasi 46.000 adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno, più di uno ogni 11 minuti.
Questo rappresenta una fra le prime cinque cause di morte per la loro fascia d’età. In Europa occidentale diventa la seconda causa di morte fra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, dopo gli incidenti stradali. Un dato che lascia sbigottiti!
Un giovane su 5 tra i 15 e i 24 anni- continua il rapporto- dichiara di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività. E nel caso dei più giovanissimi è quasi inutile sottolineare come l’impatto del Covid-19 sulla socialità abbia sicuramente inferto loro un gravissimo danno. A questo va aggiunto, inoltre, che l’interruzione della routine, dell’istruzione, delle attività ricreative a seguito dei numerosi lockdown, ha reso molti giovani spaventati, arrabbiati e preoccupati per il loro futuro.
Henrietta Fore, direttrice generale dell’Unicef afferma: “L’impatto è significativo, ed è solo la punta dell’iceberg […] I governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. Non viene data abbastanza importanza alla relazione tra la salute mentale e le conseguenze future sulla vita“.
Secondo il rapporto sopracitato, a livello mondiale, viene destinato agli interventi per la salute mentale circa il 2% dei fondi governativi per la sanità.
Questa è esattamente la prima grave questione che vorrei rimarcare: come mai i governi, le istituzioni si affacciano alla tematica con “elegante” disimpegno? Eppure le statistiche parlano chiaro: l’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati in ragazzi e ragazze tra i 10 e i 19 anni. Una percentuale a dir poco impressionante che interessa principalmente paesi quali Medio Oriente, Nord Africa, Nord America ed Europa Occidentale.
Assurdità made in Italy
Tralasciamo per un momento la questione globale, aprendo un focus sulla situazione in Italia.
In primis, le numerose query su google mi hanno lasciato un po’ perplessa: è sconcertante notare che gli ultimi dati Istat disponibili in rete risalgono (si pensi) al “remotissimo” 2018.
Mi venga passato quest’ultimo termine data la quantità considerevole di eventi e “apocalittiche” situazioni che hanno interessato gli ultimi anni, tanto da farmi persino immaginare lontano un periodo in fin dei conti più che recente.
Lo stesso Sole 24 Ore ammonisce sul fatto che mancano dati attuali, per intenderci post-pandemia, che spiegano dettagliatamente qual è il quadro sulla salute mentale in territorio italiano.
Esaminando, tuttavia, alcuni degli studi in nostro possesso tratti dal report “La salute mentale in Italia: cosa ci dicono i dati dell’Istat” sappiamo che:
Sempre l’Istat, in un altro report pubblicato nel luglio 2018 dal titolo “La salute mentale nelle varie fasi della vita”, mostra come il suicidio resta comunque un’importante causa di mortalità tra i più giovani. Con un tasso di 4,3 decessi per 100mila residenti, i suicidi rappresentano quasi il 12% dei decessi tra i 20 e i 34 anni (oltre 450 decessi).
La gravità della problematica è evidente, soprattutto se si tiene conto del fatto che le stime riportate risalgono ormai a qualche anno fa.
Infatti, non esistono dati che riportano l’impatto che sta avendo la pandemia sulla nostra vita. Azzarderei col pensare che le percentuali siano oltremodo peggiorate e che i fenomeni depressivi abbiano raggiunto valori altissimi.
In ogni caso, resterò allerta nel caso in cui dovesse esserci qualche aggiornamento.
Ah! Nel frattempo il “bonus psicologo” è in rampa di lancio.
Attenzione però: se superi il reddito dei 50 mila euro sei escluso.
D’altronde ci sono più poveri che ricchi, perché cercare di sopperire alle esigenze economiche del popolo se esso può beneficiare di un qualsivoglia bonus? Ce ne sono così tanti in giro. Non si può mica avere tutto! Inoltre, devi portare una 30 di vita, essere alto circa 2 metri e mezzo, essere cittadino italiano (prima gli italiani! Non era così? Ah! se hai bisogno di un’arma perché no, ti aiutiamo noi) e ovviamente dimostrare di essere davvero, ma davvero bisognoso. Altrimenti beh, 12 sedute (le prime) puoi pagartele anche da solo.
La salute mentale, caro anonimo imbrattatore, hai ragione non è questione di statistiche.
Direi più di requisiti da soddisfare.
Arianna Modafferi
FONTI
https://www.unicef.it/media/salute-mentale-nel-mondo-piu-di-1-adolescente-su-7-disturbi-mentali/
https://www.istat.it/it/files/2018/07/Report_Salute_mentale.pdf
https://www.istat.it/it/files/2015/10/Salute-mentale_Giorgio-Alleva_2017.pdf
https://www.istat.it/it/files/2018/07/Report_Salute_mentale.pdf