Città sostenibili: nel Paese delle Meraviglie

L’Evoluzione

Tornando indietro nel tempo ed osservando la nostra storia, l’uomo da nomade è diventato sedentario per assecondare i propri bisogni, occupando sempre più luoghi e definendo confini, permettendo alla crescente popolazione un posto sicuro dove trascorrere la propria vita.
Ad un certo punto del processo, si è arrivati all’incremento di spazi destinati alle abitazioni, in un ambiente sempre più ristretto: le persone aumentavano, mentre la Terra sembrava rimpicciolirsi. 
Ed è proprio qui che l’esigenza è divenuta costruire non più soltanto in orizzontale, bensì in verticale, permettendo a più persone di vivere in uno stesso spazio di terreno, semplicemente le une sopra le altre.

Secondo i dati pubblicati dal Centro Regionale di informazione delle Nazioni Unite, ad oggi sono 3,5 miliardi le persone che vivono in città, stimando che nel 2030 il 60% della popolazione mondiale abiterà in aree urbane, sfruttando soprattutto le zone dei paesi in via di sviluppo.

Ma cosa significa abitare in un luogo che sia resiliente e sostenibile, oltre che sicuro?

L’undicesimo obiettivo dell’Agenda 2030 propone di rendere le città e gli insediamenti umani, inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Abbiamo alle comunicazioni Istat, nel 2018 si è registrato un particolare aumento nei casi di famiglie costrette a vivere in abitazioni sovraffollate (27,8%), situazioni che generano, come principale conseguenza, l’incremento di costruzioni ed occupazioni abusive.
Il traguardo diviene, quindi, quello di poter garantire l’accesso ad abitazioni e servizi di base adeguati e sicuri, necessari per lo sviluppo di città sostenibili.
In Italia, si scontrano con questa dura realtà il 15,5% delle famiglie, uno tra i dati più alti nei Paesi dell’Unione Europea, al pari della Grecia, con al seguito Slovacchia, Polonia, Croazia, Bulgaria ed infine Romania, la percentuale più preoccupante: 46,3% (Istat “Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia”).

Trasporti accessibili

Parlare di città sostenibili significa non solo fare riferimento alle percentuali di inquinamento presenti, assicurando una giusta salvaguardia per la salute delle persone, ma anche garantire al singolo la possibilità di spostarsi facilmente per poter raggiungere luoghi di studio e lavoro: la mobilità sul territorio come argomento cruciale per la sostenibilità urbana.
Scegliere mezzi di trasporto pubblici al posto dei propri può avere un importante impatto positivo sul tasso d’inquinamento, ma che voi siate pendolari o meno, sicuramente sarete a conoscenza dello stress che comporta questa tipologia di spostamento.
È necessario investire in questo presente, migliorando i nostri sistemi pubblici non solo in progettazione e velocità, ma soprattutto rendendoli accessibili.Grazie alle indagini Istat, emerge che tali mezzi non vengono utilizzati più per difficoltà dicollegamento che per scelta personale, una difficoltà che in Campania interessa la metà delle famiglie presenti nella regione (55,9%), con impatto ancora più significativo nei piccoli comuni del nostro Paese: un’incidenza del 49,2% rispetto al 28% rappresentativo delle aree metropolitane.

Inquinamento dell’aria

L’Agenzia europea per l’ambiente ci parla di circa 80 mila morti premature, nel 2016, come conseguenza ad una prolungata esposizione a polvere sottili.
Grandi concentrazioni di persone nelle città, significa anche essere soggetti ad un aumento dell’inquinamento dell’aria, derivante non solo da mezzi di trasporto, ma anche da tutto ciò che costituisce una area urbana e le permette di rimanere in vita.
L’aria che respiriamo viene costantemente monitorata da centraline che, raccogliendo le informazioni, ci aggiornano sul superamento dei limiti stabiliti dalla legge.
L’Europa, all’inizio del nuovo secolo, era riuscita a porre un freno all’incremento di questi valori, arrivando a livelli minimi, mai raggiunti, e riuscendo a mantenerli col passare degli anni.
Nel 2017 alcuni Paesi non sono più riusciti a controllare e assicurare questo aspetto, regredendo e, in alcuni casi, peggiorando rispetto allo stadio di partenza.
Tra questi Paesi vi rientra l’Italia.

Gestione dei rifiuti

La gestione dei rifiuti non risulta mai totalmente trasparente e per questo assume una posizione prioritaria nell’amministrazione delle città.
Grazie alle innovazioni tecnologiche e ad una maggior consapevolezza del singolo, le campagne a promozione della raccolta differenziata, e del recupero per il riciclo, portano dal 2006 dati di miglioramento in termini di quote di rifiuti conferiti in discarica.
Nel 2018 tali rifiuti ammontano a 6.5 milioni di tonnellate: solo un quinto rispetto al totale dei prodotti.
Inoltre, è importante evidenziare che le diverse regioni presentano situazioni ben diverse tra loro, dovendo anche tener conto dei flussi di scarti in entrata ed uscita da queste.Molise, Liguria e Marche manifestano un particolare incremento poiché, soprattutto il Molise, è responsabile per lo smaltimento del 47% di rifiuti provenienti da altre regioni, mentre alcune diminuzioni si riscontrano in Basilicata, Sardegna Piemonte (Istat “Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia”).


Tra aspetti migliorati e migliorabili, l’undicesimo obiettivo ha ancora molti piani da studiare e progetti da approvare per potersi sentire più vicino alle nuove comunità nascenti: per loro, speriamo in vicini di casa meno rumorosi.