Gli esseri umani sono ormai abituati a produrre rifiuti di ogni genere.
Tra i più pericolosi per la salute e l’ambiente ci sono quelli radioattivi. Purtroppo ancora molte attività umane ne producono in grosse quantità; l’Italia, come altri Paesi, ha urgentemente bisogno di una soluzione definitiva al problema.
La Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee
La SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari) è la società incaricata di trovare un luogo adatto in cui poter costruire il Deposito Nazionale, ovvero un’infrastruttura per lo smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività (quei rifiuti la cui radioattività decade dopo 300 anni). Insieme al Deposito Nazionale verrà costruito anche un centro di ricerca: il Parco Tecnologico. In totale la superficie occupata sarà di circa 150 ettari.
Per adempiere a questo compito, la SOGIN ha pubblicato il 5 Gennaio scorso la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI), individuando 67 luoghi idonei sparsi per sette regioni.
Con la pubblicazione della CNAPI si apre una nuova fase, quella della consultazione pubblica: ogni cittadino ha 60 giorni per poter presentare le proprie proposte, osservazioni o obiezioni. Durante questa fase si potranno escludere delle aree o modificare quelle presenti nella CNAPI.
Secondo quali criteri sono stati individuati i luoghi potenzialmente idonei?
Le aree idonee sono state individuate basandosi sui criteri stilati dall’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN). Nella guida tecnica n. 29 l’ISIN indica tutti i requisiti che le aree potenzialmente idonee devono avere; tali requisiti sono stati posti a loro volta dalle Linee Guida IAEA (International Atomic Energy Agency). In particolare l’analisi si è basata su 15 Criteri di Esclusione (CE) stilati dall’ISIN, con cui sono state escluse tutte quelle aree in cui un deposito radioattivo sarebbe impraticabile. Ad esempio sono state escluse le aree vulcaniche attive e quiescenti o le aree contrassegnate da sismicità elevata (tutti i criteri sono presenti della guida di SOGIN intitolata “Basi teoriche e modalità di applicazione dei criteri per la realizzazione della CNAPI” (la guida è stata caricata sul drive). Inoltre, basandosi sui 13 Criteri di Approfondimento (CA) stilati sempre dall’ISIN, sono state valutate dettagliatamente le aree non escluse dai 15 criteri sopra citati.

Fonte: Proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (depositonazionale.it)
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Tra le aree individuate come potenzialmente idonee è presente il Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Il Parco è stato istituito nel 2004 ed è situato in Puglia e vanta un’estensione tale da comprendere al suo interno tredici comuni. Il territorio offre un’ampia gamma di paesaggi: da cavità carsiche a boschi di conifere, passando per gli edifici creati dall’uomo, come masserie e chiesette. Il Parco si allaccia anche a importanti siti storici: in questi luoghi infatti si narra la storia dei dinosauri che percorsero queste terre o di antichi uomini che vivevano nelle grotte presenti sul territorio. Oltre a essere uno dei parchi nazionali più importanti, è candidato come Geoparco UNESCO, per la singolarità e l’importanza del valore geologico che possiede.
Come hanno reagito i diretti interessati?
Il giorno della pubblicazione della CNAPI il presidente del Parco, Francesco Tarantini, ha dichiarato: “Il nostro è un Parco nazionale compreso in una ZSC, una Zona Speciale di Conservazione della Rete Natura 2000 volta a tutelare gli habitat e le specie protette. Il suo patrimonio naturalistico, geologico, culturale ed enogastronomico è incompatibile con il deposito di materiale radioattivo […].”
Anche il Presidente della Puglia, Michele Emiliano, ribadisce in un post su Facebook che il modello di sviluppo che segue la regione, dettato dalla tutela dell’ambiente, non può convivere con un deposito di rifiuti radioattivi.

A cosa serve un Deposito Nazionale?
È indispensabile costruire un Deposito Nazionale? Purtroppo le nostre società si basano ancora su fonti di energia non rinnovabili, i cui rifiuti risultano essere spesso pericolosi per la salute e l’ambiente.
I rifiuti radioattivi provengono dallo smantellamento degli impianti nucleari, oppure dal settore sanitario. La direttiva 2011/70 dell’Unione Europea prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nel Paese in cui sono stati prodotti. Altri Paesi europei si sono già dotati (o lo stanno facendo) di depositi per smaltire i rifiuti radioattivi. Inoltre, oltre ad ospitare i rifiuti già presenti nel nostro paese, sarà anche in grado di ospitare rifiuti radioattivi che verranno prodotti in futuro.
Il Deposito è sicuro, assicura SOGIN, e non rilascerà nessun tipo di radioattività grazie a un sistema multi-barriera che garantirà il totale isolamento dei rifiuti durante il loro smaltimento. Anche l’ambiente che lo circonda sarà continuamente monitorato.
Per quanto possa essere sicuro, un Parco Nazionale come quello dell’Alta Murgia, che è compreso in una Zona Speciale di Conservazione della Rete Natura 2000, candidato all’UNESCO come Geoparco, famoso per la sua attenzione allo sviluppo di un ambiente sostenibile e per la sua biodiversità, non è forse il luogo più adatto. Il Parco è anche un importante sito turistico, dato che è possibile visitarlo seguendo diversi itinerari. La collocazione di un deposito di scorie radioattive solleverebbe non poche polemiche tra i frequentatori del Parco.
Il 9 Gennaio scorso si si sono riuniti online i tredici sindaci dei Comuni del Parco. Convocati dal presidente Francesco Tarantini, per esprimere il loro dissenso alla costruzione del Deposito Nazionale sul proprio territorio con motivazioni tecniche e scientifiche, sostenuti anche dall’Università di Bari.
Dovremo aspettare la scadenza dei 60 giorni di consultazione pubblica per vedere come andrà a finire, sperando che il Parco Nazionale dell’Alta Murgia possa continuare a prosperare senza essere ospite di alcun rifiuto radioattivo.
Per approfondire: