NotCo. e il suo green food

Come le Intelligenze Artificiali cambieranno le nostre abitudini alimentari, in maniera sostenibile.

Logo ufficiale NotCo, preso dal mediakit del sito ufficiale.

In un mondo sempre più all’avanguardia, la tecnologia più discussa, almeno in questi ultimi decenni, è sicuramente quella delle Intelligenze Artificiali, sia per il loro crescente utilizzo in tutti i settori professionali, sia per le implicazioni che possono scaturire dal fatto di essere l’opzione più gettonata dalle grandi aziende, per sostituire alcuni ruoli che sono stati da sempre di competenza degli esseri umani.

Tuttavia, il vero obiettivo della ricerca sulle I.A. non è quello di sostituire l’uomo, ma di affiancarlo nel lavoro affinché vada a vantaggio dei professionisti e non delle macchine che, comunque, beneficiano loro stesse di questa interazione, soprattutto tramite il feedback ricevuto dalla controparte umana, fungente da vero e proprio tutore per lo sviluppo di I.A. sempre più all’avanguardia e riducendo la soglia d’errore, sia da un lato, che da un altro.


Intelligenze Artificiali e Sostenibilità: una nuova frontiera.

Ciò premesso, in questo articolo  ci concentreremo su come le I.A. possano aiutare anche nell’ardua strada che è la ricerca della sostenibilità, termine sempre più di moda (e a buona ragione) di questi tempi. Essa, sebbene si tenda ad associarla con l’ambiente naturale e al suo inquinamento, non si basa solo su questo, ma su molteplici settori che spaziano da quello lavorativo all’economico fino a quello culturale, al rispetto dei diritti e all’abolizione delle disuguaglianze, qualunque esse siano, elencati nei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile presentati nell’Agenda 2030 e riconosciuti dall’ONU a livello mondiale.

Ritornando al ruolo delle I.A., sono molti i settori legati al raggiungimento della sostenibilità. Per darne un concreto esempio, penso al problema del cibo e, più precisamente, all’impatto che può avere sul clima; infatti, ogni anno, gli allevamenti intensivi di bestiame contribuiscono all’aggravarsi dell’effetto serra che, con le loro emissioni, hanno raggiunto quota 704 milioni di tonnellate di CO2, pari al 17% del totale di gas serra prodotti dall’Europa, inquinando pure più delle auto, secondo il rapporto di Greenpeace del 2020.


La soluzione tecnologica di NotCo. e il suo Arcimboldo.

Immagine presa dal mediakit gallery, del sito ufficiale NotCo.

A questo problema ci hanno già pensato Karim Pichara, Matias Muchnick e Pablo Zamora, che mettendo insieme i loro talenti, hanno trovato una possibile soluzione per ridurre l’utilizzo intensivo di animali, tramite la fondazione della compagnia statunitense NotCo, che sta per Not Company, alla cui base, come suggerisce il nome, sta la produzione di cibo che non è propriamente quello che ci potremmo aspettare,  perché creato e sintetizzato da una vera e propria I.A., soprannominata Giuseppe, in onore di Giuseppe Arcimboldo, pittore del ‘500 noto per i suoi ritratti umani composti da vegetali e frutta; ed è proprio questa la peculiarità da cui ne deriva il nome, visto che è in grado di sintetizzare un determinato alimento di origine animale analizzando e estraendo, a livello molecolare, i componenti che gli danno un determinato sapore, colore e consistenza usando svariate combinazioni di prodotti vegetali per ricreare il prodotto originale.

La tecnologia con la quale hanno agito i creatori di Giuseppe, si basa sul machine learning, ovvero, una metodologia di apprendimento delle I.A. dove la macchina impara a raggiungere un determinato obiettivo dopo un processo di “trial and error”, nel quale l’uomo funge da controllore e correttore, affinché ogni tentativo sbagliato permetta alla macchina di auto-correggersi e di diventare sempre più efficiente, fino al raggiungimento dell’obiettivo iniziale.  Per fare un esempio relativo al nostro caso, durante le fasi iniziali di produzione del loro prodotto principale, i programmatori di Giuseppe si sono accorti che il gusto e la consistenza erano quelli giusti ma il colore, invece che bianco era verde, a causa di una pianta, l’Aneto, che pur giusto per composizione non lo era evidentemente come colorazione.  Facendo notare questo errore,  la macchina non lo ha più replicato, ed è riuscita a trovare una valida alternativa.


Non è latte, ma il futuro del green food sostenibile.

Immagine presa dal mediakit gallery, del sito ufficiale NotCo.

Tutto questo sembra riportarci alle storie di fantascienza, con la differenza che è una tecnologia già funzionante e che ha dato i suoi primi frutti, tramite il loro NotMilk™ ovvero latte di mucca non fornito da quest’ultima, ma composto da una combinazione di molecole provenienti da varie parti del mondo vegetale, con le stesse qualità del prodotto che utilizziamo tutti i giorni a colazione. Usando la stessa tecnologia, quindi, possiamo riprodurre centinaia di migliaia di prodotti di provenienza animale, come le uova, vari tipi di latte, fino ad arrivare a ricreare la carne stessa e, così facendo, possiamo riuscire a ridurre drasticamente l’utilizzo di enormi impianti per l’allevamento intensivo, con conseguente riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera, rendendo il mondo un ambiente un po’ più sostenibile a livello alimentare/climatico e riducendo i costi futuri a livelli bassissimi. Si può pensare, quindi,  che con un grande investimento iniziale sullo sviluppo di I.A. sempre più efficienti, anche grazie al già citato feedback umano, che servirà sempre per garantire la qualità del prodotto, affinché corrisponda a ciò che ci aspetteremmo da una bistecca, da un hamburger, fino a un semplice bicchiere di latte, si favoriscano  anche determinati settori del mercato alimentare, come quello Vegetariano e, soprattutto, Vegano.  Se questi riusciranno a superare la loro diffidenza e riusciranno a consumare prodotti che non si sarebbero mai degnati di mangiare, per rispettare i loro principi,  potranno evitare di dover usare integratori alimentari, a favore della loro salute. Sembrerebbe, a questo punto, che la strada perseguibile per il raggiungimento di un mondo più sostenibile, sia un po’ più facile, grazie all’utilizzo delle I.A. e all’impegno di chi lavora per un futuro migliore.