Descrizione
Orlandiade
Ragazzo trentenne emotivamente fragile ed insicuro, dominato a tratti si direbbe sopraffatto dal suo ego infantile, affetto da quella sindrome di “peterpanismo” che ritroviamo in molti suoi coetanei; Orlando, divorato da un senso di colpa che attanaglia la sua mente turbandone tanto il sonno quanto la veglia. Il rimpianto è quello di non essere riuscito, fintantoché il padre era in vita, a proferire quel “ti voglio bene” che ora riecheggia incessantemente nella sua coscienza trovandosi, in più di una occasione, sul punto di esplodere in un grido liberatorio, vorremmo dire taumaturgico. La storia di Orlando, tutta impostata attorno a quest’intima tensione verso il ricongiungimento ideale con la figura paterna, costringe il lettore a rimanere sospeso in un luogo virtuale a metà strada tra il sogno e la realtà. L’attività onirica di Orlando costituisce l’indispensabile filo di Arianna che gli consente di smarrirsi negli oscuri meandri del suo inconscio, permettendogli alla fine del romanzo, in virtù di un escamotage davvero stupefacente, simile ad un abile gioco di prestigio, di ritrovare il sentiero inverso, la strada del ritorno che lo riporta a contatto con la sua realtà quotidiana.
Autore: Pino Picca