Uguaglianza: una battaglia ancora in corso

L’inclusione sociale, economica e politica

Secondo un’indagine dell’Istat nel 2019 in Italia c’erano quasi 2 milioni di famiglie in condizione di povertà assoluta, pari a circa 4,6 milioni di individui. La povertà è il primo degli obiettivi dell’Agenda 2030, e ne abbiamo parlato ampiamente in un articolo. Questo triste dato dipende da molti fattori, primo tra tutti il fatto di non avere accesso a un lavoro, di non avere un supporto sociale o statale, e di non avere le capacità o le possibilità di trovarli. 

L’inclusione sociale, economica e politica dovrebbe essere a disposizione di tutte e di tutti. Questo perché partecipare alla vita del proprio paese è fondamentale per poter attuare quei processi sociali in grado di migliorare il livello di vita degli individui stessi. L’inclusione sociale permette di avere a disposizione una rete di individui, familiari e non, su cui poter fare affidamento. L’inclusione economica permette di avere un lavoro in grado di soddisfare i propri bisogno primari e quelli della propria famiglia. L’inclusione politica, infine, permette di partecipare alla vita pubblica, prendendo decisioni importanti sullo sviluppo e sul cambiamento del paese.

Per poter garantire inclusione c’è ovviamente bisogno di assicurare a chiunque pari opportunità. Purtroppo anche questo punto non è stato ancora risolto, e siamo ancora lontani da una soluzione definitiva. Argomento sempre molto caldo è quella della differenza di genere, essendo la lotta ancora in corso (ne abbiamo parlato qui ). Il Global Gender Gap 2020 ci mette di fronte a una cruda realtà: anche se la parità di genere è stata completamente raggiunta per quanto riguarda l’istruzione in 40 dei 153 paesi studiati, ci vorranno ancora 95 anni per poter arrivare a una parità completa per quanto riguarda la rappresentazione politica.

The Global Gender Gap index ranking 2020

Questo è solo un esempio, ma basta prendere uno qualsiasi tra gli altri parametri sociali (età, etnia, religione, disabilità, origine, status economico) per avere gli stessi risultati alquanto disastrosi. L’associazione statunitense no-profit National Partnership for Women and Families ha unito il parametro del sesso di nascita con l’etnia, svolgendo un’indagine molto importante negli Stati Uniti. Lo scorso marzo hanno pubblicato i risultati: le donne di colore vengono pagate 63 cents per ogni dollaro guadagnato da un uomo bianco, le donne ispaniche 55 cents e le donne bianche 79 cents.

Migrazione ordinata e sicura

Facilitare la migrazione sicura e ordinata non poteva mancare come obiettivo altrettanto condivisibile e ugualmente difficile da realizzare. La geopolitica internazionale è arrivata a dei livelli di complessità forse mai visti prima. Gli interessi politici delle singole nazioni si sovrappongono agli interessi economici delle altre nazioni, in un circolo vizioso senza fine. In tutto questo calvario le povere persone che cercano di fuggire da guerre e fame non trovano mai il loro posto nel mondo. l’Italia è tra i primi Paesi a non impiegare tutte le forze a sua disposizione per poter rendere più sicura la migrazione. Ma riconosciamo anche il difficile compito nel dover salvare, salvaguardare e inserire nel contesto sociale circa 180 mila sbarchi nel 2016 e, più recentemente, meno di 20 mila nel 2019. Per il 2020 sono stati calcolati circa 13 mila sbarchi. Situazioni simili si stanno verificando in molte altre parti del mondo: in Siria a migliaia cercano di scappare dalla guerra ormai decennale, passando dalla Turchia, che utilizza i migranti come una minaccia contro l’Unione Europea. La situazione è sicuramente complicata e non facile da gestire.

Non è una novità il fatto che nuove forme di razzismo si stiano diffondendo a macchia d’olio, fomentato da partiti e leader di destra. È di pochi giorni fa la notizia di una sparatoria ad Atlanta che ha lasciato otto vittime, tutte donne asiatiche. Le campagne sui social e le manifestazioni che sono seguite, guidate dallo slogan “Stop Asian Hate”, non sono più un evento eccezionale ma la normalità, soprattutto in America. Basta ricordare le numerose manifestazione a sostegno di Black Lives Matter che si sono tenute l’estate scorsa: migliaia di americani hanno violato le regole anti-covid per protestare contro la brutalità della polizia. La verità è che, ancora oggi, se sei bianco e commetti una strage, vieni arrestato e condotto in prigione. Se invece hai la carnagione scura vieni ucciso anche se sei disarmato. 

Il fatto che l’obiettivo 10  probabilmente non verrà realizzato a pieno entro il 2030, non vuol dire che i Paesi non si stiano impegnando per realizzarlo, anche se ad oggi appare ancora utopistico. È sempre un bene che la comunità internazionale si ponga degli obiettivi: più ambiziosi sono e più c’è la possibilità che le persone provino a realizzarli.

Pensiamo veramente di essere solo delle scimmie con la capacità di saper sognare in grande? 

Per approfondire: